Si è conclusa come da tradizione il primo maggio una nuova edizione dei campionati italiani giovanili di tennistavolo e per il terzo anno consecutivo il Bolghera ha inviato una sua delegazione composta da tre atleti e un allenatore.
Se guardiamo ai risultati, i nostri hanno raggiunto la sufficienza.
I due “ragazzi”, Ale e Dodò, nei rispettivi gironi del singolo hanno vinto contro chi aveva meno punti di loro e perso contro chi ne aveva di più: questo non è bastato per superare il girone e approdare al tabellone. È stato quindi rispettato il ranking nazionale che è determinato dai punti. A onor del vero, valutando la qualità degli avversari, tolto il primo dei loro gironi che era oggettivamente fuori portata, avrebbero onestamente potuto fare qualcosa di più e tentare di passare come secondi. A parte il discorso tecnico, ci sono ancora limiti nella tenuta caratteriale e nella lettura della partita.
Molto meglio ha fatto Lorenzo fra i “giovanissimi”: ha passato il girone, ha superato in scioltezza anche il primo turno del tabellone contro un coetaneo ligure ma si è fermato nel turno successivo contro il secondo del seeding. L’incontro era in salita, ma se Lorenzo è in forma può dare fastidio a ogni avversario della sua categoria. Purtroppo l’atteggiamento è stato rinunciatario dall’inizio e ciò ha significato l’uscita anzitempo. Peccato.
Le prestazioni nei tornei di doppio sono state invece al di sotto delle attese.
L’esperienza di Terni è sempre molto utile per vedere atleti con grande bagaglio tecnico e per cercare di imparare osservandoli. Rimane però l’amarezza nel notare atteggiamenti antisportivi – non da parte dei trentini, precisiamo - in campo e sugli spalti, soprattutto da parte di atleti che dovrebbero essere di esempio e di genitori a volte davvero troppo esaltati. Del resto, come ha detto il presidente della Repubblica l’anno scorso incontrando le federazioni sportive, lo sport è specchio della società.
Giovanni